Gli spaventapasseri di Cosimo Damiano Serra: il sentimento umano oltre il fantoccio

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by Gianfranco Marotta
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Ho voluto iniziare così, con una citazione della pellicola cinematografica tratta dal romanzo per bambini Il meraviglioso mago di Oz dell’autore statunitense Lyman Frank Baum, per descrivere la pienezza espressiva della mostra di Cosimo Damiano Serra. Presso la Galleria A.R.C.A. infatti, fino al 30 maggio 2023, è possibile visitare la personale dell’artista salentino, intitolata (i miei spaventapasseri). Un viaggio immersivo tra figuranti di paglia e peculiarità soggettive a cui l’autore, proprio come il film del 1939 diretto da Victor Fleming, affida una compensazione emotiva tipicamente umana. Ma conosciamo meglio Cosimo Damiano Serra e la sua mostra attraverso l’intervista che gli abbiamo dedicato. L’intervista Antonella Buttazzo: Ti conosciamo come paesaggista, ma hai voluto stupirci, questa volta, con un tema ben preciso: gli spaventapasseri. Da dove nasce questa scelta? Cosimo Damiano Serra: In realtà, ho iniziato a dipingere spaventapasseri sin dagli anni Settanta. Tutto nasce da vecchi ricordi d’infanzia: essendo nato in campagna, dove ho trascorso uno dei periodi più belli della mia vita, ho avuto modo di toccare con mano, questi fantocci che mi affascinavano, ma nel contempo, ne avevo quasi paura. Antonella Buttazzo: E quindi, per te, cosa rappresenta lo spaventapasseri? Cosimo Damiano Serra: Per me rappresentano, o meglio, rappresentavano, ciò per cui sono nati: semplici fantocci che dovrebbero avere lo scopo di spaventare gli uccelli. Negli anni però, vi è stata un’evoluzione che mi ha portato a rappresentarli come compagni di viaggio, animati da movimenti ed espressioni, quasi come se fossero umani. Una riconoscenza, da parte mia, da definire quasi una necessità, fare a questi amici un regalo, per ringraziarli di avermi dato la possibilità di viaggiare con loro. Antonella Buttazzo: Colpisce, osservando le tue tele, l’uso variegato dei colori, alcune volte, brillanti e accesi, altre, vicini alle scale dei grigi. Come mai queste variazioni cromatiche? Cosimo Damiano Serra: Durante questi anni, non vi è stata solo una un’evoluzione della rappresentazione di questi amici, ma anche una generale dell’uso dei colori. Ovviamente l’uso dei colori fa parte di una maturazione artistica, anche se spesso legata ai diversi stati d’animo che ciascuno di noi prova e ai quali, nemmeno io, ne sono immune. Antonella Buttazzo: Un dettaglio molto curioso, che cattura l’attenzione, sono questi corvi che si posano sulle “spalle” degli spaventapasseri. Solitamente, tali animali dovrebbero essere appunto, “spaventati” da questa fantasiosa trovata contadina, invece qui, sembrano essere amici. Come ce lo spiegheresti? Cosimo Damiano Serra: Lo scopo per cui sono nati gli spaventapasseri era in effetti quello di tenere lontani gli uccelli dal futuro raccolto, ma credo che anche loro si siano in qualche maniera evoluti, o forse, hanno semplicemente capito che non vale la pena essere rivali ed meglio vivere in armonia. Oltre a questo però, ci terrei a soffermarmi su un aspetto che mi ha da sempre colpito è la fantasia degli agricoltori nel addobbare questi fantocci, usando materiali più disparati per farli apparire quanto più possibile a esseri umani diventando artisti in maniera inconsapevole. Ricordo a tutti che è possibile visitare l’esposizione, a Lecce, in via Palmieri 28, nei giorni feriali, dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 17,30 alle 21,00, mentre, nei giorni di sabato e domenica, è aperta al pubblico con orario continuato.

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