Aggredito dalla camorra, imprenditore senza protezione

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by Gianfranco Marotta
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Un imprenditore napoletano che ha perso tutto ed è rimasto solo, abbandonato dalla famiglia e dallo Stato italiano senza alcuna protezione. Si tratta di Luigi Leonardi, imprenditore nel settore di produzione e commercializzazione di illuminazioni, proprietario di 5 negozi e 2 fabbriche che ha detto basta alla Camorra e ha fatto arrestare tante persone e che vive ogni giorno con la paura di essere ucciso. Nel 2000-2001 tre tizi del Clan Russo fanno capolino in uno dei negozi di Leonardi, a Nola e chiedono 500 euro al mese per ogni saracinesca, un totale quindi di 2500 euro più 1000 euro nelle ricorrenze di Pasqua e Natale per i propri amici carcerati, una somma complessiva di 30000 euro all’anno. Dopo il rifiuto, Leonardi viene inseguito da Nola a Secondigliano, dove la sua Smart viene ribaltata più volte procurandogli delle ferite alla testa. Dopo 3 interventi chirurgici di ricostruzione che ancora oggi lasciano visibili cicatrici, Leonardi decide di pagare. Purtroppo, dopo 2 giorni dal pagamento giungono nuove estorsioni. Ogni sabato ad ora di pranzo nel negozio di Melito avvenivano i pagamenti che ben presto lo portano sul lastrico e da 20000 euro di guadagno mensile ne restano 50 a settimana. Leonardi viene fermato dai carabinieri che gli chiedono il motivo della mancata assicurazione alla sua vettura e lui denuncia 5 clan procurando arresti ad oltre 174 persone, trovandosi solo contro i clan più violenti e i suoi negozi vengono bruciati uno dopo l’altro. “Questo succede a chi decide di pagare l’AntiStato“– ha dichiarato Leonardi alle telecamere delle Iene. Dopo il secondo processo, viene sequestrato a Melito e portato nelle case celesti di Secondigliano da due tizi a bordo di motociclette. Gli vengono mostrate delle cambiali non sue e con una pistola puntata alle tempie gli viene intimato di pagare tutto entro 2 giorni. Passati 3 giorni si presenta senza aver pagato e viene obbligato a pagare il passaggio di proprietà della sua moto e della sua autovettura ai due tizi che lo avevano sequestrato. Vessato, portato al fallimento, minacciato e rinchiuso in un’officina, Leonardi dichiara – “Se avessi avuto un’arma ora sarei io sotto processo perché li avrei ammazzati tutti e invece quelli che hanno avuto 7 anni di condanna girano a piede libero”. Dopo aver parlato con la sua famiglia e aver sporto denuncia, questa gli volta le spalle e per 5 anni Leonardi non ha notizie di sua madre e dei suoi fratelli. Nonostante la richiesta urgente di protezione da parte del PM Francesco De Falco di Napoli, Luigi Leonardi è ancora solo, costretto ad attuare un programma di protezione fai da te che lo obbliga a cambiare casa continuamente senza lasciare tracce. “Uno Stato che mi ha abbandonato dopo accadimenti così gravi, mi induce a non denunciare più. Le leggi non permettono ad una persona che ha fatto il suo dovere di ricominciare da capo una vita“– dichiara Leonardi, costretto a vivere una vita bloccata, senza tutela, guardandosi continuamente alle spalle. Le Iene cercano di entrare nelle case celesti di Secondigliano, ma tutti gli intimano di lasciar perdere e di stare attenti, anche un sacerdote del posto che per benedire le case ha avuto bisogno di essere accompagnato. Alle finestre delle abitazioni ci sono quelle persone che nonostante le denunce girano ancora a piede libero. A Leonardi, un uomo che ha dato tanto allo Stato e che è stato lasciato solo, non interessa se verrà ucciso o meno, lui vuole solo avere la possibilità di ricominciare la sua attività di imprenditore. Alle Iene riesce impossibile far rilasciare interviste dal Prefetto e riescono solo a strappare false dichiarazioni al suo ufficio stampa. Tuttavia riescono a parlare con Filippo Bubbico, Presidente della Commissione Centrale di Protezione, il quale dichiara che le autorità competenti devono disporre le protezioni ma Pecoraro controbatte – “Se le istituzioni facessero il proprio dovere, la gente non chiamerebbe noi disperata!” La lotta di Luigi Leonardi continua ancora come quella di molti altre vittime della Camorra che decidono di rimanere in silenzio e che per ora possono solo dar ragione a chi dice “Chi te l’ha fatto fare?”. l’azienda che aveva assunto il signor Leonardi, ha provveduto a licenziarlo cercando di pattuire una somma di liquidazione che, come lo stesso Leonardi ha sostenuto ” Non compra la mia dignità”. Gaetano Pecoraro, inviato delle iene, ha intervistato i responsabili della suddetta attività che hanno chiaramente dichiarato “Abbiamo la responsabilità di una grande azienda, ci dispiace, ma una persona che può portare guai non può lavorare”. Continuano le ingiustizie a carico di chi cerca solo di mantenere la propria dignità di lavoratore, ma soprattutto di essere umano.

 

Iolanda Della Monica

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