In un periodo storico dove l’incertezza è la sensazione più comune, le nuove generazioni sono sempre più scostanti da quelle passate e identificarsi con un gruppo sociale sembra impossibile a causa di una diversità estremizzata, a Salerno si cerca di colmare le mancanze di una società contemporanea attraverso la fondazione di una vera e propria comunità all’interno della stessa.
Il Limen vive negli spazi della vivace Casa del Combattente nel cuore della città di Salerno, ed è diventato un punto di riferimento per i giovani dall’inizio del settembre 2021, grazie ad un importante accordo con la Fondazione Menna, il cui presidente Claudio Tringali ha permesso la riqualificazione dello spazio della fondazione stessa, creando un luogo di aggregazione che offre aule studio, aule di co-working, laboratori, un vero e proprio ambiente di scambio per idee e progetti, affetti, culture, aperto al pubblico dalle 09:30 alle 20:00.
Inoltre, grazie ad una ulteriore collaborazione con la Fondazione Copernico, il Limen ha ampliato la sua presenza aprendo una seconda sede nei pressi del Duomo di Salerno, dove si svolgono numerose attività.
Effettivamente, il progetto ha preso vita durante il periodo del Covid-19: il 9 marzo 2020 l’associazione Limen piazza i primi tasselli di un’identità online, offrendo attività in diretta streaming, programmazione culturale, eventi e festival dedicati alla musica, alla cultura e all’arte. Dopo la pandemia, l’associazione ha voluto trasformare la sua community in una vera e propria comunità: per il grande salto, si è deciso di voler mettere appunto un momento, una programmazione ed uno spazio che si sarebbe tradotto nell’odierno – e ormai annuale – evento del “Limen Salerno Festival”, rappresentante di ambiente carico di opportunità per riunire la collettività in uno spazio fisico e svolgere le attività che precedentemente erano disponibili solo in rete.
Ad oggi, il Limen conta oltre 900 giovani partecipanti ed offre 7-8 attività settimanali che spaziano dalla musica alla poesia, dalla letteratura al cinema, dai temi d’attualità all’impegno sociale, dal benessere psicologico alla rigenerazione degli spazi urbani e alla riscoperta dei luoghi storici di salernitani. Inoltre, l’associazione offre uno sportello psicologico per supportare i giovani e si impegna a creare un senso di famiglia all’interno della comunità, valorizzando la diversità come un elemento positivo anziché una peculiarità che tende a separare, a dividere.
In questo modo, il Limen si propone di aiutare i ragazzi non solo a coltivare le proprie passioni, ma anche a crescere personalmente, insegnando loro come predisporsi ad elevare ponti anziché erigere muri.
Il Limen si distingue dalle altre associazioni grazie alla sua dimensione umana.
“Noi non offriamo semplicemente servizi, ma creiamo opportunità per la crescita personale, il benessere psicologico e la coltivazione delle passioni; offriamo la possibilità di confrontarsi con gli altri, arricchirsi attraverso nuovi legami e avere opportunità di progetti o lavoro.” – ci spiega Giovanni Fiorito, presidente dell’associazione – “Il nostro punto focale è il singolo nella sua individualità, perché crediamo che ogni persona sia unica e meriti attenzione, nel Limen c’è un senso di quotidianità, creiamo una sorta di famiglia composta da diverse generazioni, persone e situazioni. Ci sono persone che vanno e vengono, ma anche coloro che ritornano, come gli studenti provenienti da ogni parte del mondo. Questa varietà permette ai ragazzi di non sentirsi soli, di sviluppare solidarietà, è un patto tra individui uniti da un obiettivo comune: creare un luogo felice in cui rimanere e nel quale investire per la propria crescita.”
“Un posto per tutti”, con questa frase è possibile sintetizzare la missione dell’associazione, ed il termine posto indica non solo una dimensione fisica ma anche la capacità di essere inclusivi, interessandosi anzi tutto nell’amalgamare persone, arte e progetti, rispettandone i limiti e cercando di non cadere dell’autoreferenzialità, collaborando anche con le altre realtà presenti sul territorio, sicché è solo attraverso un lavoro di networking che è possibile alimentare giorno dopo giorno quell’arricchimento che porterà allo sviluppo della coscienza personale.
Ma come nasce il Limen? O meglio, da quale bisogno ha preso forma?
Il presidente Fiorito, che fin da subito ci accoglie permettendoci di chiamarlo Gianni in via confidenziale, racconta che da un punto di vista personale, il Limen nasce per colmare un vuoto che sentiva esistere e che si faceva sempre più presente: quel bisogno di connessione, comunicazione, la voglia di instaurare un legame che però si differenziasse, che fosse reale ma soprattutto duraturo.
La scuola, i bar, la palestra, l’università, molto spesso non riescono a riempire l’assenza, la società circostante sembra essere impegnata nell’affermarsi più in quanto singolo che in quanto gruppo, per questo motivo il Limen inizia a farsi sempre più presenza, presentandosi come un luogo in cui poter studiare, leggere, lavorare, ma che al suo interno cela un’offerta così ricca in grado di soddisfare le esigenze dei giovani – aperto tutto il giorno, talvolta fino a tarda sera.
Uno spazio capace di riaccogliere persino coloro che lavorano altrove, per reintegrarli nella comunità di Salerno, per cancellare dal loro stato anche la lontana possibilità di sentirsi spaesati, abbandonati.
Limen nasce dalla sofferenza, dal disagio generazionale, in un periodo storico in cui le persone si dividono invece che unirsi; figlio di un sogno, gemello della speranza: basta ricordare dei primi giorni d’attività, dove Gianni e gli altri giovani del Limen non avevano neanche idea di come creare un’associazione e di come farla funzionare, ma è costruendo dal basso, da umili condizioni, che oggi costituiscono uno dei patrimoni sociali più necessari sul territorio salernitano.
“Credi in te stesso, affronta ogni giorno le difficoltà e i disagi, sperimenta continuamente. Il cambiamento non si può pretendere, deve essere coltivato.” – suggerisce il presidente, un messaggio in perfetta linea con ciò che rappresenta la sua associazione: coraggio e generosità, crescita e altruismo, un contesto dove si insegna che nessuno può salvarsi da solo e che la felicità è qualcosa da condividere.