Il primo crack finanziario della storia

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by Gianfranco Marotta
Tempo di lettura: 2 minuti

di Laura Griguoli

Quale fu il primo crack finanziario della storia?

Il primo crack finanziario della storia si presentò nel XIV secolo: un grosso tracollo dovuto alla cattiva gestione di liquidità delle famiglie fiorentine, che prestavano grandi somme di denaro ai più potenti sovrani della storia europea.

L’excursus storico certifica che, i fallimenti delle grandi banche trovano la loro genesi già dal lontano Medioevo, caratterizzati da crisi di liquidità e corse agli sportelli. Nel XIV secolo a Firenze, cuore dell’economia del tempo, si diffuse una consistente crisi finanziaria legata al crollo delle banche, di due importanti famiglie del tempo, Perruzzi e Bardi, da sempre fiore all’occhiello della finanza locale. La genesi del tracollo è da attribuire a Edoardo III Plantageneto, re d’Inghilterra, che nel lontano 1337, lanciò una campagna militare contro la Francia, dando inizio alla Guerra dei Cent’anni. L’iniziativa prosciugò le casse statali e costrinse il re a chiedere finanziamenti alle compagnie commerciali fiorentine. I primi grandi fallimenti si presentarono quando Edoardo III non riuscì a fronteggiare i suoi debiti con i Perruzzi e Bardi. Una somma che ammontava a un milione e mezzo di fiorini d’oro. Da li a poco, il re si rifiutò di saltare i suoi debiti, decretando apertamente la sua situazione di insolvenza. La bancarotta di Edoardo III rafforzò la paura di un’imminente crisi di liquidità dei Bardi e dei Peruzzi generando un forte malcontento anche tra altri sovrani (Carlo D’Angiò). I risvolti si concretizzarono in una forte corsa agli “sportelli”. Le compagnie fiorentine erano ormai percepite come agonizzanti, e per molti il timore di non rivedere più il denaro depositato si trasformò in panico. Sciami di investitori grandi e piccoli si affrettarono a ritirare la propria liquidità dalle banche, dando il via a uno dei primi casi di bank run (“corsa agli sportelli”) di tutti i tempi. In pochi mesi, i banchieri fiorentini si ritrovarono senza fondi, anche perché i loro prestiti erano spesso azzardati e non supportati da solidi capitali.

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